Parkinson: la diagnosi in anticipo grazie a esami oculari

Parkinson: la diagnosi in anticipo grazie a esami oculari

La malattia di Parkinson, che affligge circa dieci milioni di individui globalmente, potrebbe essere identificata prima del manifestarsi dei tipici sintomi attraverso esami oculari, scansioni oculari 3D. Questa è la conclusione di uno studio condotto da ricercatori dell’University College London e del Moorfields Eye Hospital, divulgato sulla rivista Neurology. Questa patologia, che prende nome dallo studioso James Parkinson, porta con sé sintomi quali rigidità nei muscoli, difficoltà nel linguaggio, depressione e tremori.

L’utilizzo di dispositivi indossabili, come gli smartwatch, potrebbe rilevare anomalie sottili nei movimenti che potrebbero segnalare l’avanzare del Parkinson molto prima della diagnosi ufficiale. Le tecniche di analisi impiegate hanno utilizzato la potenza dell’intelligenza artificiale e del machine learning, analizzando l’AlzEye, una raccolta contenente immagini oculari e dati clinici di moltissimi pazienti britannici. L’esame specifico utilizzato per notare i segni del Parkinson è la tomografia a coerenza ottica, che offre una rappresentazione dettagliata in 3D dell’occhio.

Gli studi sugli occhi, o oculomica, stanno diventando cruciali non solo per malattie neurodegenerative ma anche per patologie cardiache e il diabete. Le immagini ottenute dai pazienti affetti da Parkinson hanno mostrato differenze nello spessore dello strato cellulare interno della retina rispetto a individui sani, collegando questa peculiarità all’avanzare della malattia.

Nonostante non esista ancora una cura definitiva per il Parkinson e la diagnosi definitiva possa essere confermata solamente dopo la morte, esistono trattamenti e terapie che migliorano la vita dei pazienti. In Italia, oltre 300.000 individui sono colpiti da questa condizione. Vi sono diversi farmaci consigliati per alleviare i sintomi del Parkinson, tra cui agonisti della dopamina, anticolinergici, amantadine, selegiline e inibitori della COMT. Per alcuni pazienti, la chirurgia può offrire sollievo quando i farmaci non sono efficaci.

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